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Quale sarà il destino del commercio di abbigliamento al dettaglio? Storie ed errori comuni da evitare

Le storie dei commercianti che sono costretti a chiudere il proprio negozio dopo tanti anni di sacrifici e impegno costante, sono sempre più numerose in questo periodo di crisi economica amplificata dall’ emergenza Covid 19. Ce ne accorgiamo quando camminando per strada, possiamo vedere con i nostri occhi le vetrine vuote, oscurate, li dove fino a poco tempo prima la merce in vendita veniva esposta agli occhi dei potenziali clienti.

Le stime di Confcommercio non sono per nulla rassicuranti , il 28% delle attività che sono ripartite o stanno ripartendo dopo gli stop causati dalla crisi pandemica non ce la faranno a superare i primi mesi e saranno presto costrette a chiudere. In assenza di un miglioramento delle attuali condizioni di business, sembra che 1 imprenditore su 4 potrebbe decidere di chiudere la propria attività .

Nel mondo del commercio dell’abbigliamento le condizioni, se possibile, sono ancora più difficili. I grandi Gruppi, come Zara, H&M, United Colors of Benetton ecc hanno perso tantissimo durante i lunghi mesi di limitazioni della mobilità, a causa del contingentamento nei negozi e soprattutto per la chiusura dei Centri Commerciali. Solo parzialmente le perdite sono state limitate dal commercio online, ma di certo gli shop dei piccoli negozi fisici non hanno potuto compiere miracoli.

Il negozio fisico di abbigliamento è certamente la tipologia che ha sofferto maggiormente il calo dei consumi, e probabilmente le saracinesche abbassate sulle vetrine del Flag Store United Colors of Benetton di Milano in Piazza Duomo, è la perfetta fotografia del difficile periodo storico in cui si trovano ad operare i commercianti, i negozianti e i retailers del comparto abbigliamento e calzature.

Non solo a Milano i negozi chiudono, ma sta accadendo in tutte le città d’Italia . Da nord a sud dello stivale non c’è una piazza, un corso o un quartiere storicamente dedicato allo shopping che non si sia impoverito e non abbia perso qualche negozio. Persino i giornali hanno smesso di fare il “necrologio”, fino a poco tempo fa infatti un negozio di un grande marchio che chiudeva i battenti rappresentava una notizia, mentre oggi la gente non ci fa più nemmeno caso.

Purtroppo ci stiamo rendendo conto che le storie dei commercianti che sono costretti a chiudere il proprio negozio sono sempre diverse tra loro, ma con il comune denominatore nel senso di delusione e frustrazione che caratterizza chi le vive in prima persona.Non deve essere per nulla facile chiudere la propria attività e non è neanche facile raccontare la propria esperienza negativa agli altri mentre la ferita brucia ancora.

Il Blog dell’ Unione dei Commercianti Bistrattati è pieno di queste storie , si rivolge proprio a chi è del mestiere, ad altri commercianti, per cercare di fare fronte comune contro chi sfrutta e specula sulle difficoltà di fare impresa oggi. Si tratta di storie che vale la pena conoscere, specialmente quando, facendo parte del settore, si possono capire subito le dinamiche che si creano tra cliente, rivenditore e grande marchio.

Non sempre i rapporti di forza tra grande marca e proprietario del negozio sono corretti, nel blog dell’Unione dei Commercianti Bistratti è stato scritto molto anche su questo argomento, specialmente in seguito all’inchiesta dell’Antitrust sull’ “ Abuso di dipendenza economica nel franchising” scaturita proprio dalla segnalazione di un commerciante probabilmente un po’ troppo vessato.

Siamo giunti all’anno zero che cambierà per sempre le regole del commercio al dettaglio? Insomma il tanto desiderato ritorno alla normalità potrebbe non riguardare il mondo dello shopping, ma sono davvero superati i classici negozi “vecchio stile” rispetto alla nuova generazione di “concept store” ipotizzati dai grandi guru del marketing? Come sempre saranno le persone a decidere dove e come acquistare i propri beni . La speranza è che i clienti possano continuare ad interfacciarsi attivamente ancora con negozianti in carne ed ossa invece che interfacciarsi esclusivamente con lo schermo e l’interfaccia di uno shop online.


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