Per chi non si fida dei soliti server e non vuole ricorrere a un servizio di hosting, esiste una soluzione intermedia. Vediamo di capirci qualcosa in più.
Per chi sta per imbarcarsi nella meravigliosa e impegnativa impresa di costruire un sito Internet a scopi commerciali informarsi su tutti gli strumenti necessari a una buona riuscita non è facile. Soprattutto se ci si sta accostando alla materia timidamente, senza delle vere basi informatiche che consentano di procedere speditamente verso gli obiettivi prefissi. Se vi riconoscete in questa descrizione, forse vi interesserà sapere che ci apprestiamo a conoscere meglio uno degli “utensili moderni” in questione: il VPS.
La sigla sta per Virtual Private Server, ma a chi non se ne intende tale estensione non dirà molto di più. Magari può aiutare a comprendere meglio un’osservazione: si tratta in pratica di una soluzione che si colloca a metà strada tra un server dedicato, che di solito si adatta alle esigenze dell’utente, e un hosting condiviso, abitualmente dotato di personalizzazioni ma più conveniente soprattutto da un punto di vista economico. Le applicazioni attuabili di questa possibilità offerta dalla gettonata tecnologia legata al cloud sono davvero numerose, anche se ci si limita a quelle più comuni. Il server Linux VPS, per esempio, è segnalato da HML.it, ma cercheremo di analizzare pure più in generale quali sono i software più adatti per una buona interazione.
Si tratta di un ritrovato abbastanza recente. Per riprendere i cenni fatti più sopra, è un vero e proprio hosting di diversa concezione: si prende un server dedicato e lo si ripartisce in vari server virtuali. Così, in soldoni, si usufruisce dei vantaggi di un proprio spazio esclusivo all’interno di un sistema che risulta comunque suddiviso in parti differenti assegnate ad altrettanti soggetti, con un’evidente componente di risparmio. Una sorta di piattaforma che dipende da un hardware utilizzato pure da altri, ma nella quale ognuno è dotato di un accesso root personale per amministrare la sua “fetta”. Quest’ultima mantiene veramente la sua autonomia, in quanto dispone di una memoria RAM “privata”, cioè non utilizzabile da terzi, di archivi interni e di una scheda web con un indirizzo IP (o più di uno, laddove ce ne sia bisogno). È come avere un super-laptop invisibile, insomma, con navigazione ultra-rapida, alimentazione supplementare, auto-refrigerato, inespugnabile e provvisto di firewall all’avanguardia e backup sorvegliati da tecnici affidabili.
Quali sono, concretamente, le risorse di un server Linux VPS e dei suoi consimili? Tentiamo di chiarirvelo meglio nelle righe che seguono.
Se siete interessati, esistono diversi pacchetti e formule differenziate per comprare i server VPS (che sono disponibili, comunque, anche in versioni-base). A seconda del volume d’affari di ognuno, si possono considerare tante misure e disparati gradi di “sorveglianza” e di “rigenerazione”. A voi la scelta!