Le tecnologie industriali sono terreno fertile per eccellenza in termini di innovazione e ricerca. L’industria, con le sue tecnologie sempre più all’avanguardia, ha permesso nel tempo la progettazione e la realizzazione di elementi dalle forme e dai materiali sempre più complessi e raffinati. Nell’articolo che presentiamo, parleremo di un processo di lavorazione molto complesso e delicato, che ha dato un grande contributo alla progettazione di elementi costruttivi sottili dalle forme difficilmente realizzabili che richiedono grande precisione: la calandratura.
La calandratura è un’operazione di deformazione plastica che consente di conferire al materiale sottoposto a questo processo lavorativo una determinata curvatura. I materiali che possono essere calandrati sono di varia natura: dalle lamiere metalliche alla plastica, dalla carta ai tessuti. La calandratura di una lamiera metallica si compie a freddo ed è eseguita con un apposito macchinario, detto calandra, costituito essenzialmente da tre rulli disposti secondo i vertici di un triangolo isoscele, paralleli tra di loro per ottenere una forma cilindrica, mentre non paralleli per realizzare una forma conica.
I rulli delle calandre possono essere in acciaio o ghisa. La lamiera, passando tra i due rulli inferiori e quello superiore disposto fra i due rulli, subisce una curvatura, detta “raggiatura”, il cui raggio dipende dalla posizione reciproca dei tre rulli: per ottenere curvature con raggi ampi i rulli devono essere allontanati mentre, al contrario, devono essere avvicinati per ottenere curvature con raggi piccoli. Il trascinamento della lamiera è causato dalla rotazione del rullo superiore che è motorizzato, mentre i due rulli inferiori ruotano liberamente e hanno solo la funzione di sostenere la lamiera. Il processo di calandratura richiede un certo numero di passaggi, durante i quali il moto di traslazione e l’avvicinamento dei rulli vengono opportunamente e progressivamente regolati.
Si possono ottenere raggi stretti di curvatura, raggi ampi per la realizzazione di tamburi, tubazioni, serbatoi, raggi variabili nel caso si vogliano creare spirali, flange, serpentine e curve differenziate, e raggi in salita applicati alle rotaie. In base alla tipologia di curvatura desiderata, vengono utilizzate specifiche macchine. Mentre le calandre semplici si utilizzano per la realizzazione di tubolari a raggio costante, le curvatrici a controllo numerico permettono la curvatura a raggio variabile, una lavorazione consentita dalla continua regolazione di almeno uno dei tre rulli durante il passaggio della barra.
Lo spessore ottenibile dal processo di calandratura varia dai 3 mm ai 180 mm, dunque un’ampia gamma di risultati adattabili ad ogni tipo di esigenza progettuale. Le lamiere e i profilati metallici sottoposti a calandratura possono essere trasformati in anelli, flange, tubi, settori di cono, profili di qualsiasi dimensione, tamburi, serbatoi, condensatori, evaporatori, caldaie, recipienti a pressione e condotte. La calandratura della plastica o della gomma si ottiene facendo passare la mescola di gomma non vulcanizzata o la materia plastica allo stato non indurito fra le coppie di rulli della calandra, che ruotano a bassa velocità, per ottenere fogli e lastre dallo spessore voluto.
Infine, la calandratura tessile è un’operazione a caldo di finissaggio dei tessuti ottenuta con il mangano. La stoffa viene fatta scorrere fra due rulli pesanti e riscaldati che la comprimono, lucidandola e lisciandola o, se i rulli presentano un rilievo, incidendo disegni con l’effetto “groffratura” o “marezzatura”. Lo stesso processo è eseguito per la calandratura della carta, grazie al quale si ottiene un effetto brillante e liscio del materiale.