La stagione invernale mette a dura prova l’involucro della nostra casa, il cui obiettivo primario è quello di proteggerci dalle intemperie. Purtroppo non tutte le case sono correttamente isolate dall’ambiente esterno e capita in molte abitazioni che le murature, durante i periodi freddi, comincino a macchiarsi di muffa e l’aria condensi facilmente, bagnando letteralmente le superfici interne della casa.
Le pareti, in particolare gli angoli fra le pareti e i davanzali, che risultano avere una resistenza termica più bassa rispetto agli altri elementi dell’involucro, sono soggette a due flussi termici: il primo è quello freddo che proviene dall’esterno e raffredda le pareti, mentre il secondo flusso di aria è caldo ed è prodotto dalle semplici azioni quotidiane di chi abita la casa, scaldando l’aria interna e le superfici direttamente a contatto con l’aria interna. L’incontro fra l’aria calda interna e la parete fredda genera il fenomeno condensa, l’aria calda si raffredda e diventa liquida, bagnando la superficie interna delle pareti o portando alla formazione delle muffe proprio nei punti di minore resistenza termica. L’ultimo caso, che porta all’affiorare di muffe, è molto dannoso non solo per le strutture, ma soprattutto per la respirazione. E’ importante proprio per questo che agiamo in fretta e con le tecniche più adeguate al nostro caso.
La soluzione più efficace ed economica, adatta per le pareti con intercapedine, è sicuramente l’ isolamento termico intercapedine, attraverso l’immissione nell’intercapedine fra i due muri di materiali isolanti, termoregolatori e traspiranti, che riducano le superfici fredde e non interrompano il flusso di aria negli strati della parete, evitandone la vaporizzazione e la conseguente condensa.
La cellulosa è tra i materiali più indicati per l’isolamento termico delle intercapedini e, in generale, per la maggior parte delle tecniche di isolamento, poiché, oltre ad essere un materiale naturale e non sintetico, assorbe meglio l’umidità e la rilascia solo quando l’aria risulta più secca e asciutta. La maggior parte delle abitazioni, costruite durante il boom edilizio italiano, è stata costruita con le pareti ad intercapedine, che possono essere valorizzate con un semplice insufflaggio di cellulosa per risolvere definitivamente il problema della muffa.
Se questo non è il caso della nostra abitazione, esistono numerose tecniche di isolamento termico , come la realizzazione di un cappotto termico interno o esterno, utilizzando ugualmente la cellulosa come materiale termoisolante. La tecnica del cappotto consiste nella realizzazione di un’intercapedine di aria e/o pannelli isolanti o insufflaggio di materiale isolante fra il muro esistente e un nuovo telaio più leggero in legno o metallo, costruito internamente o esternamente all’involucro. Tale tecnica risulta molto più dispendiosa di un semplice insufflaggio, ma ottimizza al massimo le prestazioni di isolamento dell’involucro. Solitamente si preferisce agire con un cappotto esterno, che è molto più prestante, grazie alla possibilità di creare una ventilazione fra il cappotto esterno e il muro esistente, che riduce al minimo la possibilità che la superficie interna della casa si raffreddi e grazie al vantaggio di non ridurre i metri quadrati della superficie interna utile.